Almaviva Contact è pronta a “riportare in Italia le specifiche attività attualmente svolte fuori dal territorio nazionale” per riassorbire gli esuberi di personale della sede di Palermo, purché “a queste venga riconosciuta la corretta remunerazione a garanzia dell’equilibrio economico, nel rispetto del costo del lavoro stabilito dal ministero competente”. A ribadirlo è stato lo stesso colosso dei call center durante l’incontro convocato
oggi a Roma alla presenza della organizzazioni sindacali, dei
sottosegretari Stanislao Di Piazza per il ministero del Lavoro,
Alessandra Todde per il Mise e dell’assessore Giovanna Marano per il Comune di Palermo.
Al tavolo romano Almaviva Contact ha confermato “ancora una volta” e “nel rispetto del percorso e dei tempi indicati dalle intese”, la piena volontà di contribuire a soluzioni che “assicurino reale sostenibilità economico-produttiva ed effettiva stabilità occupazionale” per il call center di Palermo, colpito dal taglio radicale dei volumi di attività affidate dalla committenza. Ma ha ribadito che “la definizione delle soluzioni impone il concorso necessario e urgente dei principali committenti”, perché l’azienda nel tempo “ha messo in campo e a oggi ha esaurito ogni leva o strumento possibile a propria autonoma disposizione”. Per Almaviva Contact “fermare o indebolire oggi la costruzione di una soluzione chiara e
duratura, anche a fronte del costante impegno istituzionale sulla vicenda, si tradurrebbe in una grave sconfitta per le persone che vi lavorano, per il tessuto sociale e produttivo, per l’azienda stessa, dopo 20 anni di presenza, investimenti e radicamento sul territorio palermitano”.